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Risposta breve
Il diritto legale di Israele alla Cisgiordania deriva dal Mandato britannico, che ha posto le basi per la sua statualità. Nessun altro Paese aveva riconosciuto la sovranità su questa terra prima di Israele – nemmeno la Giordania e certamente non lo “Stato di Palestina”, che non è mai esistito come Stato sovrano.
Sebbene molti villaggi arabi siano stati spopolati durante la guerra — una realtà spesso utilizzata per definire il territorio come “conquistato” — Israele non ha sostituito una precedente sovranità legale, e la presenza ebraica in Giudea e Samaria precede di millenni i conflitti moderni.
Ecco perché, secondo il diritto internazionale, Israele ha una forte e legittima pretesa sulla Giudea e la Samaria – un’opinione sostenuta da importanti studiosi di diritto come Eugene Rostow, Julius Stone e Natasha Hausdorff, i quali sostengono che la presenza di Israele nel territorio è legittima e non risponde alla definizione legale di occupazione.
Risposta lunga
Definire la presenza di Israele in Giudea e Samaria (“Cisgiordania”) come “occupazione” o “colonizzazione” è giuridicamente e storicamente inesatto. Questa affermazione ignora sia il diritto internazionale che il contesto storico.
Secondo il diritto internazionale, “occupazione” significa che uno Stato sovrano controlla la terra di un altro Stato. Ma la Cisgiordania non è mai stata uno Stato sovrano, né sotto la Giordania prima del 1967, né come Stato palestinese.
La rivendicazione di Israele su questa terra risale al Mandato Britannico, che ha gettato le basi per lo Stato di Israele. Quando Israele dichiarò l’indipendenza nel 1948, ereditò quei diritti legali – compresa la Giudea e la Samaria. Inoltre, gli ebrei hanno mantenuto su quelle terre una presenza continua e ben documentata per migliaia di anni.
Israele ottenne il controllo di questi territori nel 1967 durante una guerra di difesa, quando gli eserciti arabi minacciarono la sua esistenza. Sebbene la Cisgiordania fosse sotto il controllo della Giordania dal 1948, tale annessione non fu mai riconosciuta a livello internazionale. Secondo l’articolo 42 del Regolamento dell’Aia del 1907, il controllo militare su un territorio catturato in guerra può essere definito occupazione, ma poiché nessuno Stato sovrano aveva la sovranità legale sulla Cisgiordania, la presenza di Israele non rientra in questa definizione legale.
I critici citano spesso l’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra, sostenendo che Israele lo stia violando. Ma quell’articolo è stato creato per prevenire i trasferimenti forzati di popolazione, come quelli della Germania nazista, e non gli spostamenti volontari in terre che non hanno una sovranità riconosciuta in precedenza.
Le comunità israeliane in Cisgiordania sono volontarie, hanno scelto di vivere in una terra con profonde radici storiche e legali ebraiche e non sono il risultato di un trasferimento forzato da parte del governo israeliano.
Questa interpretazione è supportata da eminenti giuristi come Eugene Rostow, Julius Stone e Natasha Hausdorff, i quali sostengono che la presenza di Israele in Cisgiordania è conforme al diritto internazionale e non soddisfa la definizione legale di occupazione.
In conclusione: la presenza di Israele in Cisgiordania non è un’occupazione, ma è sostenuta dal diritto internazionale e dalla storia. Chiamarla in altro modo distorce i fatti e diffonde pregiudizi politici.